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fiume ofantoQuest’anno abbiamo studiato i fiumi, in particolare l’Ofanto che per una parte scorre in Puglia e oggi, grazie alla gita scolastica abbiamo potuto vederlo con i nostri occhi. Ci siamo avviati verso Barletta con l’autobus Pellegrini accompagnati da due guide che fanno parte dell’associazione "Terrae" di nome Marianna e Onofrio. Arrivati a destinazione, siamo scesi dall’autobus, ci siamo incamminati e, a un certo punto, ci siamo fermati per chiudere gli occhi e ascoltare i cinguettii degli uccelli.

Marianna ci ha detto che la Puglia, oltre all’Ofanto, è attraversata da altri sei fiumi che sfociano nel Mar Tirreno, mentre solo l’Ofanto sfocia nel Mar Adriatico. Questo fiume nasce a Torella dei Lombardi, in Campania e attraversa tre regioni tra cui la Puglia. Visto che eravamo vicino al suo argine, la guida ci ha detto che l’Ofanto straripa soprattutto in primavera, perché piove molto e l’acqua piovana ingrossa il fiume. Inoltre in passato la sua portata era maggiore tanto che i Romani la usavano per la navigazione e per il trasporto del sale a Barletta, questi ultimi avevano anche costruito un ponte, tuttora esistente, chiamato Ponte Romano.

 

 

Arrivati alla foce, Marianna ci ha spiegato che il fondo del fiume e tutto il territorio circostante sono caratterizzati dal limo, ovvero sabbia e argilla mescolati insieme che rendono il suolo impermeabile e il limo conferisce all’acqua un colore tipico verdognolo. Nei pressi del fiume abbiamo visto un lago artificiale dove viene conservata l’acqua e dove vivono molti pesci. Attorno ad esso si trova una ricca vegetazione di cannucce dove nidificano uccelli e pendolini. Questa pianta è protetta. La guida ci ha parlato anche di altre piante che vivono vicino alle acque salate e hanno la particolarità di assorbire il sale, lo depositano al loro interno, per questo sono salate, inoltre cambiano colore e diventano rosse.

 

 

Poi ci siamo avvicinati alla foce dell’Ofanto e Marianna ci ha detto che nel mare vive la Posidonia le cui foglie arrivano sulla riva e si arrotolano con la sabbia formando delle palline. Il colore nero della sabbia è dovuto alla lava solidificatasi e frantumatasi che proviene dal Monte Vulture, un vulcano. Finalmente ci hanno dato il permesso di raccogliere ciò che più ci piaceva, sabbia, conchiglie, cozze, sassi, piume, ecc.

Successivamente abbiamo fatto merenda e siamo risaliti sull’autobus per arrivare alle Saline di Margherita di Savoia con l’esperta Giusy. Alle Saline Giusy ci ha mostrato un densimetro, cioè uno strumento che si usa per valutare la densità dell’acqua, ovvero il sale in essa contenuto; se supera i 25,7 grammi, l’acqua può essere considerata salata. Per mostrarci come si usa questo strumento ha preso l’acqua salata e ci ha messo all’interno il densimetro. Così abbiamo scoperto che quell’acqua era salata, in esse erano sciolti 28,0 grammi di sale, tutti l’abbiamo assaggiata e abbiamo potuto appurare che era acqua salata.

 

 

Dopo abbiamo visto il sale grosso e il sale fino, quest’ultimo si deposita sotto le vasche. L’esperta ci ha descritto questo processo. Prima l’acqua si scioglie con il sale nella vasca evaporante per un anno, poi va a finire nella vasca salante dove l’acqua non riesce ad assorbire il sale. Quindi il sale viene confezionato e venduto e il suo caratteristico colore bianco si raggiunge quando da esso viene separato il gesso che è di colore grigiastro.

Inoltre con esso si possono fare delle sculture. Innanzitutto si fa un modellino in legno della scultura con un buco nel quale si infila un bastoncino, poi il modellino viene immerso nell’acqua, il sale si attacca ad esso e una volta essiccato mantiene la forma del modellino.

 

 

Il terreno delle saline è argilloso e per dimostrarlo abbiamo fatto un piccolo esperimento nel laboratorio dove ci siamo spostati. Giusy ha messo in una scodella del terreno, poi noi abbiamo aggiunto dell’acqua, l’acqua è stata completamente assorbita, quindi questo tipo di terreno è permeabile, poi ha messo nella scodella un altro tipo di terreno e, quando abbiamo aggiunto l’acqua, questa è rimasta in superficie, ciò ha dimostrato che quel terreno è impermeabile, come quello delle saline. Le saline sono un ambiente umido, che ben si presta a ospitare varie specie di uccelli che qui vengono a nidificare, quello più caratteristico di questa zona è il fenicottero rosa. Alla nascita il fenicottero non ha questo caratteristico colore, lo acquista più tardi attraverso ciò che mangia, in particolare l’artemia salina, cioè un gambero di colore rosa che, a sua volta, è di questo colore perché si ciba di un’alga rosa. In laboratorio abbiamo potuto vedere con il microscopio i granelli di sale che sembrano di cristallo.

La nostra esperienza naturalistica si è conclusa e siamo ritornati a casa un po’ stanchi, ma ricchi di nuove informazioni del nostro bellissimo territorio.

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