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Nel mese di gennaio 2015, noi alunni di classe 5a delle Scuole Primarie “Valente” e "Scardigno" ci siamo recati al Museo Diocesano di Molfetta per conoscere le opere del noto pittore molfettese Corrado Giaquinto.

 

Appena arrivati, abbiamo visionato un power point riguardante la biografia del pittore; nato a Molfetta nel 1703 in una semplice famiglia composta da suo padre Francesco, di mestiere sarto, sua madre Angela, che era casalinga, e dai sette fratelli. Sin da piccolo ebbe la passione della pittura che imparò nella bottega del pittore Saverio Porta.

A 16 anni si trasferì a Napoli dove approfondì le sue conoscenze artistiche e lì dipinse una tela raffigurante San Nicola Pellegrino, patrono di Trani. A 23 anni si trasferì a Roma dove ottenne prestigiosi incarichi, dopo partì per Torino dove decorò la villa della regina e nel 1753 partì per Madrid, dove venne nominato pittore della corte spagnola. Dipinse anche “La Vergine in gloria” che oggi è conservato a Bologna.

 

 

Corrado Giaquinto, nei suoi dipinti, ha usato varie tecniche; va ricordata quella del carboncino, un materiale molto tenero che si prepara carbonizzando pezzi di legno, e la biacca, polverina bianca usata raramente perché molto velenosa e oggi sostituibile con il colore bianco. Fra i materiali utilizzati da Giaquinto c’è da ricordare la sanguigna, un materiale fra i più antichi, ricavato da un minerale ricco di ferro (ematite) che, spezzato in tanti bastoncini e appuntito, consente di ottenere, sul disegno, un colore rossastro come il sangue (sanguigna).

 

 

Inoltre abbiamo conosciuto l’arte dell’affresco cioé dipinti affrescati sul muro appositamente preparato con intonaco.
In seguito abbiamo visitato la sala di posa fotografica dove Giusi, l’esperta in arte, ha mostrato gli effetti della luce su oggetti. Essi producevano sia l’ombra propria, cioè parte dell’oggetto che restava oscura perché opposta alla fonte luminosa, sia l’ombra portata, cioè quella che l’oggetto proiettava sulla superficie.

 

 

Successivamente ci siamo recati in un laboratorio di arte e, guardando la foto della mela osservata nella sala di posa, ci siamo improvvisati piccoli artisti. Dopo aver realizzato un reticolo sull’album, con la tecnica del chiaroscuro e con la sanguigna, abbiamo disegnato la mela. Dalle nostre opere a quelle del Giaquinto, il passo è stato breve: ci siamo spostati nell’immensa biblioteca del museo per ammirare i disegni preparatori tra cui “Il cane dormiente” (un cane di razza Spaniel) e studi anatomici conservati in teche di vetro e legno.

 

 

Pensiamo che tutte queste attività possano avere sviluppi successivi sia nella lettura di opere d’arte “giocate” sulla luce che nei nostri disegni dal vero. Questa esperienza ci ha fatto conoscere Corrado Giaquinto in modo più specifico e consigliamo, a chiunque ne avesse la possibilità, di visitare il museo diocesano perché rappresenta una “risorsa“ culturale del nostro territorio.

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